giovedì 26 giugno 2014

Pietrapertosa e le Dolomiti lucane

Basilicata, un viaggio pieno di sorprese

Andare in Basilicata e scoprire che anche lì ci sono le "Dolomiti" è davvero qualcosa di strano. A dire la verità, la Basilicata è tutta una sorpresa. Una terra incredibile dove l'aridità del suolo sembra essere inversamente proporzionale alla ricchezza dei paesaggi che regala.
Il volantino diceva Pietrapertosa e le Dolomiti lucane. Detto fatto. Quella sarebbe stata una delle mete del mio viaggio.
E il primo colpo d'occhio non ha tradito l'aspettativa.

Pietrapertosa e le sue Dolomiti

Abbarbicato come un presepe alla montagna, Pietrapertosa, uno dei borghi più belli d'Italia (come dice il cartello all'inizio del paese), compare all'improvviso dopo una curva... ed è subito incanto.

La strada principale è una sola; da lì si dipanano stretti vicoli con mazzi di peperoncini stesi sui balconi ad essiccare e qualche donna anziana seduta sulla soglia di casa, pronta a raccontare i segreti del paese o anche solo a regalare un sorriso al turista che passa di lì. Vie senza uscita, scalinate, case dove le pareti spesso sono costituite dalla stessa roccia della montagna. E' un dedalo di strade in cui perdersi per poi ritrovare la via principale che sale fino al castelloUn percorso ripido tra le tipiche rocce forate dove è inevitabile fermarsi a immaginare strani personaggi di fantasia scolpiti nella pietra.


E poi su, fino al castello che domina il paese e le valli circostanti. Ha origini antichissime e si distingue dal basso solo per la presenza di una torre di avvistamento. Il resto è un tutt'uno con la montagna: lo stesso trono dove sedeva l'antico capo saraceno è scavato nella pietra. Insomma a Pietrapertosa tutto è roccia che gli abitanti hanno saputo sfruttare inventandosi quello che è conosciuto come "Volo d'angelo"


Il Volo d'angelo di Pietrapertosa

Un cavo d'acciaio teso a circa mille metri d'altezza tra l'abitato di Pietrapertosa e di Castelmezzano; circa un chilometro e mezzo che i più coraggiosi percorrono, imbragati e sospesi a una carrucola. 
Un'esperienza pazzesca ad una velocità incredibile che regala minuti di un panorama mozzafiato sulle valli, i corsi d'acqua e le vette delle Dolomiti lucane. Attimi di adrenalina pura ma anche di una natura incontaminata.

Oppure, se sei terrorizzato dal vuoto come me e il Volo d'angelo non fa proprio al caso tuo, puoi sederti su una roccia e aspettare che il sole tramonti. 
Io l'ho fatto e questa immagine è ciò che la Basilicata mi ha regalato.





venerdì 20 giugno 2014

Il Giardino dei Tarocchi e la sua magia

La Toscana è magica. Questo si sa. Le sue città, le sue valli, le spiagge, la gente e anche le sagre, quelle sagre che sanno riempire le serate di uno spirito di amicizia e convivialità.
Ma tra tutti i luoghi ce n'è uno che sembra ancora più fatato. 
E' il Giardino dei Tarocchi e, se ve lo dice una che non crede nella sorte e nella fortuna, probabilmente qualcosa di vero c'è.
Ci sono stata qualche tempo fa durante un viaggio tra Umbria e Toscana. Ne avevo sentito parlare ma entrarci è stato spalancare le porte di un mondo a parte: non solo un fenomeno artistico ma anche uno stile di vita. 

Il Giardino dei Tarocchi si trova a Garavicchio, pochi chilometri da Capalbio ma ben poco ha a che vedere con le mondanità del piccolo comune toscano. 
E' considerato un parco artistico: io dico che, al di là di qualsiasi definizione, quando entri resti a bocca aperta di fronte alle ventidue costruzioni in acciaio e specchio che riproducono gli arcani maggiori.

Un mondo magico ed esoterico voluto dall'artista francese Niki De Saint Phalle che, ammaliata dal fenomeno Gaudì, diede vita insieme al marito e a tanti altri artisti a questo percorso dove, 
accanto alle opere più piccole - come l'Appeso, la Morte, gli Innamorati e altre ancora - si trovano le grandi Nanas ovvero enormi figure di donne sulle quali si può tranquillamente passeggiare e, perché no, anche abitare. 



La grandiosità della Papessa o dell'Imperatrice lasciano senza fiato così come la Piazza Centrale dominata dalla scultura meccanica semovente che riproduce la Ruota della Fortuna. Da qui tutto ha inizio. 

Colore, riflessi, maestosità, giochi di specchi in un continuo rimando di frammenti dove tu non sei più tu ma tanti pezzi insieme.

Ecco questa è la bellezza del Giardino dei Tarocchi: puoi andarci con l'innocenza di un bambino e lasciarti trasportare dai colori in un mondo incantato; puoi avere la conoscenza dell'esperto d'arte e studiare l'architettura e il design di questo capolavoro a cielo aperto; puoi farti affascinare dalla filosofia che sta dietro ogni singola costruzione  oppure, come ho fatto io, puoi semplicemente entrare nel parco e dimenticarti di essere in un magico angolo di Toscana.

sabato 7 giugno 2014

Castellaro Lagusello ovvero il non-luogo

Oggi voglio farvi conoscere un posto a cui sono particolarmente affezionata: Castellaro Lagusello ovvero il non-luogo, come dico io.




Perché non-luogo? Perché, anche se segnato sulle cartine e sulle mappe, in realtà in questo borgo non c'è niente e forse proprio per questo c'è tutto.
L'ho conosciuto qualche anno fa, così per caso. Ci sono andata e me ne sono innamorata. 

E' un piccolo paese, non lontano dal lago di Garda ma che ben poco ha a che fare con il caos e il traffico di quelle zone.
Castellaro Lagusello è un luogo (non-luogo) in cui perdersi in mezzo alla campagna tra Mantova e Verona, dove farsi ammaliare solo dal silenzio o dalle chiacchiere domenicali dei pochi abitanti appena usciti dalla chiesa barocca di San Nicola.
Io ne resto incantata ogni volta perché non c'è proprio nulla. 
O meglio c'è un lago, che è una ricchissima riserva faunistica ma che non si può né navigare né visitare. La sua forma? A cuore naturalmente, come se già in questo specchio d'acqua ci fosse un presagio di un sicuro innamoramento verso Castellaro.

C'è un castello o meglio c'era un antico castello feudale. Oggi il maniero si chiama Villa Arrighi ed è una proprietà privata visitabile però su richiesta.
Sbirciando dal portone della dimora che si trova proprio alla fine del paese affacciata su una piazzetta, si intravede la vecchia cinta muraria con i merli ancora in ottime condizioni. 
Poi nient'altro. Questo è Castellaro Lagusello. Quando ci vado cammino per le sue vie acciottolate e mi perdo a spiare le case sempre splendidamente addobbate o qualche raro atelier di artista. Oppure semplicemente mi siedo sulla panchina della piazzetta e sto per un attimo in silenzio.

Ecco questo è il mio non-luogo. E voi ne avete qualcuno?

PS: non preoccupatevi il paese non è così fuori dal mondo. Appena fuori dalla cinta muraria ci sono alcune ottime trattorie dove gustare i piatti tipici della zona come i capunsei. Ma anche qui la sensazione è quella di trovarsi in una non-trattoria ;-).