venerdì 20 giugno 2014

Il Giardino dei Tarocchi e la sua magia

La Toscana è magica. Questo si sa. Le sue città, le sue valli, le spiagge, la gente e anche le sagre, quelle sagre che sanno riempire le serate di uno spirito di amicizia e convivialità.
Ma tra tutti i luoghi ce n'è uno che sembra ancora più fatato. 
E' il Giardino dei Tarocchi e, se ve lo dice una che non crede nella sorte e nella fortuna, probabilmente qualcosa di vero c'è.
Ci sono stata qualche tempo fa durante un viaggio tra Umbria e Toscana. Ne avevo sentito parlare ma entrarci è stato spalancare le porte di un mondo a parte: non solo un fenomeno artistico ma anche uno stile di vita. 

Il Giardino dei Tarocchi si trova a Garavicchio, pochi chilometri da Capalbio ma ben poco ha a che vedere con le mondanità del piccolo comune toscano. 
E' considerato un parco artistico: io dico che, al di là di qualsiasi definizione, quando entri resti a bocca aperta di fronte alle ventidue costruzioni in acciaio e specchio che riproducono gli arcani maggiori.

Un mondo magico ed esoterico voluto dall'artista francese Niki De Saint Phalle che, ammaliata dal fenomeno Gaudì, diede vita insieme al marito e a tanti altri artisti a questo percorso dove, 
accanto alle opere più piccole - come l'Appeso, la Morte, gli Innamorati e altre ancora - si trovano le grandi Nanas ovvero enormi figure di donne sulle quali si può tranquillamente passeggiare e, perché no, anche abitare. 



La grandiosità della Papessa o dell'Imperatrice lasciano senza fiato così come la Piazza Centrale dominata dalla scultura meccanica semovente che riproduce la Ruota della Fortuna. Da qui tutto ha inizio. 

Colore, riflessi, maestosità, giochi di specchi in un continuo rimando di frammenti dove tu non sei più tu ma tanti pezzi insieme.

Ecco questa è la bellezza del Giardino dei Tarocchi: puoi andarci con l'innocenza di un bambino e lasciarti trasportare dai colori in un mondo incantato; puoi avere la conoscenza dell'esperto d'arte e studiare l'architettura e il design di questo capolavoro a cielo aperto; puoi farti affascinare dalla filosofia che sta dietro ogni singola costruzione  oppure, come ho fatto io, puoi semplicemente entrare nel parco e dimenticarti di essere in un magico angolo di Toscana.

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