giovedì 22 maggio 2014

In bicicletta da Milano a Morimondo

Smog, palazzi, cemento, caos e frenesia: luoghi comuni di una città che sa offrire molto di più.


Prendete una bicicletta, piazzatevi in sella e raggiungete l'Alzaia del Naviglio Grande. Da qui una sorta di superstrada delle due ruote vi condurrà lentamente in direzione di Pavia. Lasciati alle spalle sportivi di corsa, ingombranti famiglie, anziani sulle panchine assorti in chiacchiere domenicali, vi ritroverete presto in un mondo decisamente poco "milanese". I negozi e i campetti da gioco dell'immediata periferia della città cedono il posto a qualche fabbrica dismessa e poi alle prime cascine, porte di accesso alla vera protagonista di questo viaggio: la campagna.

Presto si arriva a Gaggiano, dominata dalla sua Chiesa di Sant'Invenzio, ultimo baluardo della vita cittadina. Da qui la ciclabile porta, senza troppa fatica, fino ad Abbiategrasso dove con una brusca sterzata a sinistra ci si immette lungo il canale di Bereguardo.


La passeggiata diventa a questo punto davvero bucolica: campi coltivati, chiuse e vecchi sistemi d'irrigazione e, nelle giornate più terse, addirittura la catena del Rosa. 
Insomma pedalata dopo pedalata anche per una come me, poco avvezza alle fatiche della bicicletta, arrivare all'Abbazia di Morimondo diventa un'impresa decisamente alla portata di mano. La gente che frequenta questo piccolo borgo, considerato uno dei più belli d'Italia, è sempre tanta ma l'atmosfera di questa vecchia cascina trasformata dai monaci in luogo di culto e il fascino del suo chiostro fanno dimenticare sia la confusione sia la fatica dei chilometri fatti.

Un consiglio: al ritorno, invece di ripercorrere la strada dell'andata, seguite le indicazioni per Rosate e poi per Gudo Visconti. Vi capiterà di trovare, come ė successo a me, qualche ragazzino intento a pescare e pronto a darvi qualche indicazione sui luoghi lì intorno. Oppure vi troverete immersi per chilometri in una campagna ancora più fascinosa, accompagnati solo dal gracidare delle rane. Una sessantina di chilometri tra andata e ritorno ma lo spettacolo merita la fatica.


Buon giro e... al prossimo post.

PS: ah dimenticavo, avete qualche altro itinerario da propormi. Mi raccomando non troppi chilometri: le gambe non reggono ancora. Vi aspetto

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