giovedì 17 luglio 2014

Festival Collisioni: Barolo al centro del mondo

Barolo, piccolo borgo delle Langhe

Dire Langhe è dire vino. E dire vino vuol dire vino buono... barolo appunto. Ahimè, per anni ho pensato che Barolo fosse solo un'etichetta su una bottiglia. Poi ho scoperto che era un piccolo borgo al centro di quel mondo fatto di vitigni che sono le Langhe.
Da lì le prime gite enogastronomiche e poi la scoperta...


La scoperta di Collisioni

Lo scorso anno, fan di Gianna Nannini, ho scoperto una sua esibizione estiva proprio a Barolo e... mi si è aperto un mondo sul Festival Collisioni. Guardo il programma e resto letteralmente 'stesa'. Non c'è solo uno dei miei artisti preferiti ma un intero mondo che per quattro giorni si trasferisce a Barolo.
Musica, arte, cultura, turismo sembra davvero esserci tutto quello che mi interessa a questo Festival Collisioni.
Beh non resta che partire e, dopo una spasmodica ricerca di una stanza dove pernottare (troppo "vecchia" per una tenda in un prato ma vi assicuro che ce ne sono a centinaia), il cielo mi assiste e trovo un bed and brekfast dove hanno appena dato una disdetta. E' fatta! 
Barolo e il suo festival mi aspettano.

Il Festival di letteratura e musica in collina

Per evidenti ragioni non potrò che accennarvi qualcosa della passata edizione (la prossima mi sta ancora aspettando: dal 18 al 21 luglio 2014... segnatevi le date!).
Arrivo a Barolo e pagato l'irrisorio costo del biglietto di accesso alla manifestazione comincio a passeggiare per il paese che per l'occasione è completamente chiuso al traffico dei veicoli. A parte i soliti stand gastronomici e commerciali e il mare di gente che cammina per le strade del paese, mi rendo conto che non c'è angolo di strada dove non ci sia un incontro di musica o di letteratura o di cultura.


Non ho che l'imbarazzo della scelta prima di arrivare al concerto serale della Gianna.
E così mi becco nell'ordine l'esilarante presentazione di un libro fatta da Luciana Littizzetto e uno dei tanti interminabili discorsi di Roberto Saviano
E ho volutamente fatto due nomi di spessore ma, vi assicuro che ce n'erano tanti altri, per tutti i gusti e di pari calibro.
Insomma di certo un appuntamento da non perdere e non perché non sapete che fare nel week end ma perché il Festival Collisioni ha qualcosa di magico. Ci vai e ti senti parte di qualcosa di grande e unico. Naturalmente per tutti i dettagli e gli incontri meglio guardare direttamente il sito del festival.

domenica 13 luglio 2014

Hundertwasserhaus... e non sembra di essere a Vienna

Vienna e il suo splendore

Chi fa un giro a Vienna si aspetta di trovare i passati fasti asburgici, la signorilità dei palazzi, lo splendore delle residenze reali. E non sbaglia... basta passare, anche velocemente, attraverso la città per rendersi conto che le aspettative erano corrette. 
Quando penso al mio viaggio a Vienna mi viene in mente la maestosità dei suoi edifici: tutti rigorosamente bianchi ad esaltarne ancora di più la perfezione quasi irreale dell'architettura. Penso allo sfarzo, all'ordine e alla pulizia che un capricorno come me certo non disdegna ma... 

L'altra Vienna

... ma, dopo qualche giorno trascorso in città, ho avuto voglia di altro: di imperfezione, di eversione, di qualcosa che rendesse Vienna, come dire, più umana. E così, sfogliando le ultime pagine dell'inseparabile guida e consigliata dalla proprietaria del mio bed and breakfast, ho fatto una capatina in un quartiere un po' più defilato alla ricerca della Hundertwasserhaus.

Il mondo pittoresco della Hundertvasserhaus

Che dire? Non sono stata delusa: quello che mi sono trovata davanti era un mondo a parte, una realtà ben lontana dalla visione classica di Vienna.
Colore, irregolarità, asimmetria in un gioco che porta lo sguardo su fino alle terrazze piene di alberi per poi precipitarlo di nuovo giù agli appartamenti del primo piano con i loro giochi di specchi e i rimandi cromatici.
Di certo un alternativo questo Friedensreich Hundertwasser, l'architetto e pittore che nei primi anni Ottanta decise di dare una visione diversa al concetto di edilizia popolare. 
E la Hundertwasserhaus è il risultato: una cinquantina di appartamenti destinati alle persone meno abbienti della città, tutti dotati di terrazzino con giardino pensile in una struttura architettonica che non ha niente di spigoloso e dove gli abitanti dei singoli appartamenti hanno la possibilità di decorare la facciata esterna dell'edificio intorno alle proprie finestre... a regalare ancor più cromatismo a questo edificio.

Il turista e la Hundertwasserhaus

L'unico rammarico che mi è rimasto in questo giro alla Hundertwasserhaus è stato quello di non poter entrare a visitare l'edificio perché gli appartamenti sono tutti rigorosamente privati. E così non mi è rimasto che immaginare i residenti come un popolo di alternativi, di artisti, di pacifisti, di persone che organizzano pranzi domenicali tutti assieme e che anche nel bagno sono stati capaci di portare avanti la stessa creatività dell'architetto Hundertwasser.
Forse non sarà così ma è bello pensarlo.



giovedì 3 luglio 2014

Genova e la sua Nervi


Genova, città dai cento volti

Genova, si sa, è una città particolare: caotica, affascinante, multietnica, tenebrosa, colorata, vivace. Di Genova puoi dire tutto e il contrario di tutto. 
Genova è senza mezzi termini: o la ami o la odi.
Io sono tra quelli che non la amano eppure ne sono inspiegabilmente attratta.
Così durante un recente viaggio in Liguria mi sono fatta condurre da un'amica alla scoperta di uno dei quartieri residenziali della città.

Genova Nervi, questa sconosciuta

"Il tempo è un po' incerto; ti porto a Genova Nervi" mi ha detto. E allora in una domenica piovosa che ben poco aveva di estivo, ci siamo dirette verso quello che per me è ben più di un semplice quartiere del capoluogo. 
Genova Nervi è una piccola cittadina o un grande paese e il suo interno non ha davvero niente di affascinante: l'Aurelia che l'attraversa, la solita rumorosa ferrovia e costruzioni anonime e poco curate.
Poi si imbocca uno dei carruggi - o creuza per dirla come De Andrè - e le cose cominciano a cambiare. La tristezza lascia spazio a un'aria nuova nonostante il cielo plumbeo; si respira la vicinanza del mare fino a quando la vista si apre sul borgo vecchio e sul porticciolo dove sbocca il fiume Nervi.
E' il tipico golfo ligure con le case colorate e rovinate da anni di mareggiate e salsedine, purtroppo guastato da un'impianto sportivo, ora in disuso, costruito proprio in riva al mare. Nel porto qualche barca di pescatore e le solite trattorie tipiche, dove - assicura la mia amica - si mangia davvero bene.

La passeggiata Anita Garibaldi di Genova Nervi

E' proprio dal porticciolo che, paradossalmente, ha inizio la vera meta del nostro viaggio: la passeggiata Anita Garibaldi. Chi è di queste parti la conosce bene: ci vanno i ragazzi nelle loro prime uscite domenicali, gli anziani a chiacchierare sulle panchine fronte mare, gli sportivi per una corsetta rigenerante e le famiglie perché il percorso non presenta alcuna difficoltà.
Per me, che sono un po' "orsa" e amo le atmosfere più intime, la giornata piovosa è stata l'occasione ideale per apprezzare la passeggiata in solitaria e godere lo spettacolo del mare in burrasca.
Un tempo sentiero per i contadini e i pescatori che raggiungevano così le acque più pescose e i campi da coltivare, già nel 1800 venne trasformata in una vera e propria passeggiata a mare di circa due chilometri.

I punti della passeggiata Anita Garibaldi

Si parte dal porto di Nervi e si arriva alla spiaggia di Capolungo che in realtà costituisce un minuscolo borgo. Circa a metà del percorso la cinquecentesca Torre Groppello dal nome dell'ideatore della passeggiata stessa. Alle sue spalle i famosi Parchi di Nervi ovvero una serie di ville aperte al pubblico, note per la loro ricchezza botanica.

Io però non sono rimasta incantata dagli scoiattoli dei giardini bensì dal fascino decisamente spettrale del ristorante Marinella
Un rudere appollaiato sulla scogliera, quasi ad evocare il relitto di una nave, ormai abbandonato a se stesso ma che si dice essere stato uno dei locali più in voga a partire dagli anni Venti: il luogo dove i genovesi portavano le loro fidanzate per ammaliarle.

Per il resto è il mare a farla da padrone durante la passeggiata: con le sue insenature, le piscine naturali, le impervie discese a mare, gli insoliti rimessaggi e anche gli scogli "colonizzati" dal turismo umano che nelle giornate di pioggia riescono ad essere comunque un luogo in cui perdersi.