Genova, città dai cento volti
Genova, si sa, è una città particolare: caotica, affascinante, multietnica, tenebrosa, colorata, vivace. Di Genova puoi dire tutto e il contrario di tutto.
Genova è senza mezzi termini: o la ami o la odi.
Io sono tra quelli che non la amano eppure ne sono inspiegabilmente attratta.
Così durante un recente viaggio in Liguria mi sono fatta condurre da un'amica alla scoperta di uno dei quartieri residenziali della città.
Genova Nervi, questa sconosciuta
"Il tempo è un po' incerto; ti porto a Genova Nervi" mi ha detto. E allora in una domenica piovosa che ben poco aveva di estivo, ci siamo dirette verso quello che per me è ben più di un semplice quartiere del capoluogo.
Genova Nervi è una piccola cittadina o un grande paese e il suo interno non ha davvero niente di affascinante: l'Aurelia che l'attraversa, la solita rumorosa ferrovia e costruzioni anonime e poco curate.
Poi si imbocca uno dei carruggi - o creuza per dirla come De Andrè - e le cose cominciano a cambiare. La tristezza lascia spazio a un'aria nuova nonostante il cielo plumbeo; si respira la vicinanza del mare fino a quando la vista si apre sul borgo vecchio e sul porticciolo dove sbocca il fiume Nervi.
E' il tipico golfo ligure con le case colorate e rovinate da anni di mareggiate e salsedine, purtroppo guastato da un'impianto sportivo, ora in disuso, costruito proprio in riva al mare. Nel porto qualche barca di pescatore e le solite trattorie tipiche, dove - assicura la mia amica - si mangia davvero bene.
La passeggiata Anita Garibaldi di Genova Nervi
E' proprio dal porticciolo che, paradossalmente, ha inizio la vera meta del nostro viaggio: la passeggiata Anita Garibaldi. Chi è di queste parti la conosce bene: ci vanno i ragazzi nelle loro prime uscite domenicali, gli anziani a chiacchierare sulle panchine fronte mare, gli sportivi per una corsetta rigenerante e le famiglie perché il percorso non presenta alcuna difficoltà.
Per me, che sono un po' "orsa" e amo le atmosfere più intime, la giornata piovosa è stata l'occasione ideale per apprezzare la passeggiata in solitaria e godere lo spettacolo del mare in burrasca.
Un tempo sentiero per i contadini e i pescatori che raggiungevano così le acque più pescose e i campi da coltivare, già nel 1800 venne trasformata in una vera e propria passeggiata a mare di circa due chilometri.
I punti della passeggiata Anita Garibaldi
Si parte dal porto di Nervi e si arriva alla spiaggia di Capolungo che in realtà costituisce un minuscolo borgo. Circa a metà del percorso la cinquecentesca Torre Groppello dal nome dell'ideatore della passeggiata stessa. Alle sue spalle i famosi Parchi di Nervi ovvero una serie di ville aperte al pubblico, note per la loro ricchezza botanica.
Io però non sono rimasta incantata dagli scoiattoli dei giardini bensì dal fascino decisamente spettrale del ristorante Marinella.
Un rudere appollaiato sulla scogliera, quasi ad evocare il relitto di una nave, ormai abbandonato a se stesso ma che si dice essere stato uno dei locali più in voga a partire dagli anni Venti: il luogo dove i genovesi portavano le loro fidanzate per ammaliarle.
Un rudere appollaiato sulla scogliera, quasi ad evocare il relitto di una nave, ormai abbandonato a se stesso ma che si dice essere stato uno dei locali più in voga a partire dagli anni Venti: il luogo dove i genovesi portavano le loro fidanzate per ammaliarle.
Per il resto è il mare a farla da padrone durante la passeggiata: con le sue insenature, le piscine naturali, le impervie discese a mare, gli insoliti rimessaggi e anche gli scogli "colonizzati" dal turismo umano che nelle giornate di pioggia riescono ad essere comunque un luogo in cui perdersi.
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